__ _ ≈ Acque profondE ≈ _ __

20 febbraio 2007

Zed

Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano

Fuggire dal mondo, dal dolore e dalla noia, per entrare in un Eden di bellezza e serenità. È questo ciò che i clienti di Scout cercano: un passaggio verso una realtà perfetta e dolcissima... La realtà di Zed. Il Paradiso è nascosto in un vicolo londinese, dietro la magia di una porta invisibile? Forse è così, ma fate attenzione: questo giardino fatato contiene molti frutti proibiti...

Zed è uno di quegli albi che nascono già classici, un gioiellino firmato (niente meno che) Tiziano Sclavi. A metà fra il viaggio lisergico e il surrealismo di un universo parallelo, con qualche spruzzata di fantasy e di splatter, questa storia ci permette di respirare ancora un po’ quell’atmosfera ardita e irriverente dei primi anni dylandoghiani (fine ’80 – inizio ‘90), che in seguito è andata perdendosi con l’uscita del buon Tiz dalle sceneggiature.
Non sarà propriamente fra i numeri più ispirati di Tiziano Sclavi, ma la sua impronta, per quanto già un po’ stanca, continua comunque a farsi sentire (buon sangue d’altronde non mente) lungo tutto il tragitto nel visionario mondo di Zed, seguito da un'azione al fulmicotone ed un finale aperto e criptico.
Storico ormai il dialogo fra Dylan e Mac:

- Ma perché hai voluto venire qui, Mac? Perché fuggire, se oltretutto eri innocente?
- Perché… e perché restare, invece? Perché restare in un mondo dove gli innocenti, come dici tu, finiscono in prigione, dove i diritti civili non sono rispettati, dove comanda il denaro? In un mondo di discriminazioni, di ingiustizie, di razzismo? Un mondo dove gli unici ideali rimasti sono il consumismo e il menefreghismo? Un mondo dove hanno ucciso anche la speranza di cambiare le cose, perché anche i cambiamenti ormai rientrano nello “spettacolo”: la tivù ne parla uno o due giorni e poi via, un nuovo “cambiamento” che non cambia niente, tanto l’importante è la pubblicità dei detersivi e dei pannolini… l’importante è il profitto, e pensare con la propria testa non conta più niente… anzi, è un delitto…
- Mmm… un bel tir di retorica… ma è la verità, spesso, a essere retorica…


Già... i soliti luoghi comuni, tanto comuni quanto (tremendamente) genuini e veritieri. Peccato per le 93 pagine, che restano chiaramente troppo poche per una storia come questa e l’albo ne risente. Buoni i disegni di Bruno Brindisi, il cui stile classicheggiante tutto sommato riesce ad essere all'altezza della situazione. Da avere.

STORIA: 8
DISEGNI: 7
COPERTINA: 8.5

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