__ _ ≈ Acque profondE ≈ _ __

22 febbraio 2007

L'OltreUomo

Il concetto di superuomo (Übermensch) viene introdotto dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Benché in italiano soprattutto noto con questo termine, la traduzione più coerente con il concetto di übermensch è, secondo molti studiosi (in particolare Gianni Vattimo dell'Università di Torino), oltreuomo; chiarificando, peraltro, la congettura per cui il superuomo è un uomo potenziato, laddove egli rappresenta invece l'uomo che va oltre i propri limiti. È una figura ideale, capace di riconoscere i propri limiti, e che, attraverso l'uso della conoscenza e del pensiero filosofico, li trascende superando in questo modo sé stesso.
Esistono alcune concezioni diffuse, ma ritenute inesatte, su questa figura: in particolare che corrisponda all'ideale di razza pura del
Nazismo, oppure che sia affine ai supereroi dei fumetti. In realtà il superuomo è un ideale traguardo evolutivo della specie umana, senza particolari connotazioni biologiche, nè tantomeno soprannaturali. Il superomismo, ossia l'atteggiamento di messianica attesa di tipi umani superiori, non è stata comunque una novità assoluta introdotta da Nietzsche. Per esempio, già un autore amato da Nietzsche, Emerson, ispirandosi al "culto degli eroi" di Carlyle, parlava di una variegata serie di figure umane idealizzate come i "grandi uomini", gli "uomini rappresentativi", "il Poeta", il "Pensatore" il "semidio" ma anche l'uomo della potenza e della sovrabbondanza vitale, che Emerson chiamava "plus man" nel saggio "Potenza". Probabilmente l'übermensch nicciano è stato mutuato da quest'espressione.
Nel
Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra) Nietzsche spiega i tre passi che l'essere umano deve seguire per divenire superuomo (uomo del superamento):
- possedere una volontà distruttiva, in grado di mettere in discussione gli ideali prestabiliti;
- superare il
nichilismo, attraverso la gioia tragica e il recupero della volontà di volere;
- perpetrare e promuovere eternamente il processo di creazione e rigenerazione dei valori sposando la nuova e disumana dimensione morale dell'amor fati, che delinea un amore gioioso e salubre per l'
eternità in ogni suo aspetto terribile, caotico e problematico.

Nietzsche, radicalizzando il "plus man"
emersoniano e la critica emersoniana del culto degli eroi di Carlyle, propugna l'avvento di un nuovo tipo di uomo, capace di liberarsi dai pregiudizi e dai vecchi schemi, di smascherare con il metodo genealogico l'origine umana troppo umana dei valori, nonché di farsi consapevole creatore di valori nuovi. Non sarebbe corretto definire un uomo del genere superuomo: super indica "sopra", quindi "super-uomo" vuol dire "colui che è sopra gli uomini" e li schiaccia. Nietzsche parla piuttosto di "oltre-uomo", (traduzione letterale dal tedesco Über-Mensch): l'Oltreuomo non schiaccia gli altri, ha dei valori differenti dalla massa, quella massa che ha aderito alla filosofia dei sacerdoti e degli schiavi. L'Oltreuomo è colui che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita, e che fa sua la cosiddetta "morale aristocratica" che dice sì alla vita e al mondo. L'Oltreuomo è discepolo di Dioniso (come si definisce Nietzsche) poiché accetta la vita in tutte le sue manifestazioni, nel piacere del divenire inteso come alternanza di vita e morte. Affronta la vita con pessimismo coraggioso, unisce il fatalismo alla fiducia, e si è liberato dai logori concetti del bene e del male. Per lui ogni istante è il centro del suo tempo. L'eterno ritorno, cioè l'eterna ripetizione, è la dottrina che Nietzsche mette a capo della nuova concezione del mondo e dell'agire umano. Per Nietzsche ogni momento del tempo, cioè l'attimo presente, va vissuto in modo spontaneo, senza continuità con passato e futuro, perché passato e futuro sono illusori: infatti ogni momento si ripete identico nel passato e nel futuro, come un dado che, lanciato all'infinito (poiché il tempo è infinito), darà un numero infinito di volte gli stessi numeri, in quanto le sue scelte sono un numero finito. Il vero Oltreuomo è, in conclusione, colui che danza in catene liberamente e con leggiadria; è lo spirito libero tout court.

(da Wikipedia)

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