__ _ ≈ Acque profondE ≈ _ __

19 gennaio 2007

The Hardest Part


Che bello tornare a scrivere sul mio blog dopo diversi giorni di assenza, a causa di un intricato problema informatico che adesso sembra essersi risolto. :)

Stavo ascoltando la bellissima "The Hardest Part" dei Coldplay e non ho potuto fare a meno di tornare con la mente alla scorsa estate, in cui l'ascoltavo davvero spesso.
Gran bella cosa questa di legare le canzoni a particolari occasioni o periodi dell'anno. Rende molto più immediato e profondo l'affiorare dei ricordi e delle sensazioni.
I ricordi mi hanno sempre fatto pensare al mare: come le onde tornano alla spiaggia, così tornano a noi gli attimi che il tempo ha abbandonato dietro di sè, lungo il suo corso, nell'oblio dell'infinito, e che per questo possono vivere solamente nella nostra memoria. Attimi che, se non fosse stato per noi, si sarebbero persi nei meandri del nulla (ed anzi, non sarebbero mai stati vissuti e dunque nemmeno esistiti). Forse è proprio questo che ci distingue dagli altri esseri viventi: abbiamo la coscienza di pensare “io c’ero”, “io ho fatto questo e quello”, “ho modificato la storia, una pur piccolissima parte di storia che comunque, senza di me, sarebbe andata diversamente”, anche solo un minuscolo granello di sabbia nel gigantesco ingranaggio del tempo.

E così sono tornato con il pensiero alla scorsa estate (ci pensate? fra pochi mesi sarà già passato un anno…): che senso di libertà! Il caldo, il sole, i sogni per il futuro, la felicità delle vacanze, la voglia di vivere il momento e di godersi la giovinezza. (Questo mi ricorda una frase che sentii una volta in un documentario sul Giappone e che mi è rimasta impressa. L’avventuriero di turno chiese ad un giapponese perché il suo popolo amasse tanto il sushi, che com’è risaputo è un piatto a base di pesce crudo. Ed egli rispose che il pesce lo mangiavano crudo, e talvolta ancora vivo e pulsante, perché amavano la vita, amavano mordere la vita…).

Sono così tornato con la mente ai lunghi viaggi (finalmente da guidatore) lungo le sterminate autostrade italiane e francesi, i dolci paesaggi che si estendevano al di là dei finestrini, alla spiaggia e al mare in compagnia della mia migliore amica Isa, a sognare davanti al tramonto e sotto le stelle, a tutte le città in cui sono stato (da Marsiglia ad Avignone, da Lucca a Firenze… solo per citarne alcune) e a tutte le anonime persone che, senza rendermene conto, ho incrociato per la mia strada.

Viaggiare è davvero una delle cose più belle del mondo, voglio farlo sempre più spesso. Sarà anche per questo che non mi sento italiano, ma cosmopolita, cittadino del mondo. Non posso restare chiuso entro certi confini.
Voglio conoscere nuove terre, nuovi popoli, nuove culture: verso l’orizzonte e oltre, e oltre, finché c’è spazio e tempo, e oltre e oltre ancora…

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