__ _ ≈ Acque profondE ≈ _ __

09 gennaio 2007

Una svolta bruciata: sono deluso da me stesso

Ieri sera finalmente sono usciti i tanto attesi risultati del preappello di Economia Politica II, ma le aspettative sono state fortemente deluse: tutto il mio impegno è stato ripagato solamente da un misero 26, voto che appare molto buttato lì come regalo di natale.

Io consideravo questo come "l'esame di punta" del semestre, il più abbordabile, quello su cui contare insomma per prendere il voto più alto e "trascinare" così i voti di tutti gli altri esami.
Puntavo al 30, sarò schietto, e invece dovrò accontentarmi di un voto che mi abbassa ulteriormente la media, perché non ho altra scelta: non c'è più tempo per inserire un altro esame nella già farcita lista dei "debiti" che dovrò affrontare in questi due mesi.
Questo esame doveva rappresentare il mio “rilancio”, un felice ritorno ai bei tempi del primo anno, in cui ho collezionato un 30, due 29 e un 28. E invece è stato la conferma di una crisi che se prima poteva essere ipotetica, adesso è più che evidente: 26 è stato anche il voto più alto che sono riuscito a prendere in questo deludente II anno, visto che le prove intermedie sono state un vero macello (un 18, un 19 e un 20).
Puntavo su questo esame per trovare nuove conferme in me stesso, per tornare a credere nelle mie possibilità e nei miei sogni (chi ci va a Parigi con la media del 25?) e invece sono stato il primo ad essere deluso. In tutta sincerità mi ha fatto più male questo 26 che il disastroso esame di Matematica di ieri (che giornata…).

Attorno a me vedo ragazzi che sono usciti dal liceo con 100, che prendono 30 (e lode magari) ad ogni esame, che si laureeranno con 110 e che riusciranno a farsi strada nella vita. C’è chi sostiene che la laurea sia solo un pezzo di carta; okay, questo è ovvio, ma le cose o si fanno bene o non si fanno: che senso avrebbe infatti laurearsi con una media scarsa? Sarebbe soltanto tempo sprecato, dato che al giorno d’oggi molti laureati (anche con 110) faticano a trovare lavoro. A quel punto tanto vale andare a lavorare subito…
E dopo questa ennesima delusione, penso di avere molto su cui riflettere: fa davvero per me questa università? cosa penso di fare della mia vita? Ha senso proseguire ancora, faticare ancora, impegnarsi ancora… per cosa? Per una laurea sgrausa che non mi lascerebbe soddisfatto?
Occorre una certa sensibilità per capire queste cose. So che al mondo bisogna sapersi anche accontentare, ma in questa università avevo riposto (e legato come causa/effetto) buona parte dei miei sogni; e se fino all’anno scorso potevo ancora sognare un'ottima laurea, adesso vedo davanti a me un futuro molto più cupo.
Sono in crisi, una crisi iniziata già da molto tempo, e non riesco a uscirne, non riesco a sbloccarmi.


Cosa posso fare? La parola “impegno” ormai mi dà la nausea, visto come sono stati premiati tutti i miei impegni fino adesso. Cosa dovrei fare? dovrei impegnarmi ancora, per buttare via altro tempo inutilmente? Dovrei impegnarmi ancora per vedere nuovamente deluse le mie aspettative? Ormai dubito che riuscirò ancora a mettere lo stesso impegno di prima in questa carriera universitaria ormai compromessa.
Non sono arrabbiato, perché d’altronde con chi dovrei prendermela? Sono deluso e amareggiato, il che è molto peggio, soprattutto perché sono deluso da me stesso, anche se continuo a non capire con che razza di criteri questi dannati prof giudichino i lavori delle persone.

Beh, a questo punto c’è poco da fare. Non posso ritentare questo esame, anche perché comunque non servirebbe a nulla. Prendo dunque atto di questa ennesima delusione, incasso a malincuore questo 26, e da domani comincerò a pensare agli altri esami che mi rimangono davanti in questa schifosa sessione invernale.

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